Ciao! Io sono Alessia, una fisica che scrive di libri. Vivo a Bari, ho due cani e un sito web nuovo di zecca in cui puoi leggere tutto ciò che scrivo.
“La gente e altre seccature”, Judith Viorst
La poesia si rivela utile in due momenti molto precisi della vita quotidiana: quando finiscono le parole o quando c’è bisogno di conforto, eventi che spesso sono anche collegati fra di loro. In entrambe i casi non sottovalutare il potere della poesia di Judith Viorst, pubblicata da Einaudi nel 2023 con la raccolta “La gente e altre seccature”. Intanto un minuto di riflessione sull’accostamento tra le parole gente e seccature, che nel titolo originale inglese funziona ancora meglio: “People and other aggravations”. Secondo il dizionario Merriam-Webster, uno degli storici della lingua inglese, aggravation significa:
“an act or circumstance that intensifies something or makes something worse.”
Allora prova a immaginare questo scenario: nel 1971, anno di pubblicazione negli Stati Uniti della raccolta, Viorst, che ha già molti libri nel curriculum e che l’anno dopo diventerà anche una delle più celebri autrici di narrativa per bambini (con “Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day”), non solo ammette che la gente sia fondamentalmente un’aggravation della vita quotidiana, ma mette in luce le contraddizioni dell’essere donna in quel tempo storico, in piena seconda ondata del movimento femminista. Tra ritratti della quotidianità, frustrazioni della vita familiare e specifici riferimenti alla politica del tempo, Viorst raggiunge il picco della sua sagacia e intelligenza letteraria nella poesia “The Writers”/“Gli scrittori”, di cui ti faccio leggere un estratto:
“Io scrivo in camera da letto col bucato in disordine,
una culla e un bambino che strilla.
Mio marito lo scrittore si tiene sedie di velluto dorato,
un divano che costa quattrocento dollari,
un tappeto da muro a muro, rosso fuoco, di pura lana,
e una scrivania grande abbastanza da giocarci a biliardo.
[…]
Per caso Emily Dickinson scriveva poesie
vicino alla pomata per gli sfoghi da pannolino?
Elizabeth Browning smetteva di “contare i modi”
quando Robert chiedeva un hot pastrami?
Scusate, i ragazzi sono appena tornati da scuola
E vogliono a tutti i costi la mamma.”
“La carta da parati gialla”, Charlotte Perkins Gilman
Nel 1892 Charlotte Perkins Gilman, autrice e femminista statunitense, pubblica un racconto dal titolo “La carta da parati gialla”, un’opera breve che diventerà un cardine della letteratura nordamericana gotica e horror (prima ancora della maestra assoluta del genere, Shirley Jackson), con risvolti chiaramente femministi, come femminista era la scrittrice in questione. Il racconto esplora il lento scivolamento verso la follia di una donna dell’alta borghesia del tempo rinchiusa dal marito in una stanza della loro casa per consentirle di riprendersi da «una depressione nervosa passeggera». Col tempo i pensieri della donna precipitano e si concentrano sulla carta da parati della stanza che prende vita e la tormenta. I piani metaforici del racconto sono molteplici, alcuni anche problematici: intanto la rappresentazione della segregazione di una donna in difficoltà travestita da cura domestica del marito medico, vicenda emblematica di una condizione femminile comune alla fine del XIX secolo (ma ancora adesso). La problematicità sta, invece, nel profilo di Perkins Gilman, da contestualizzare nell’epoca in cui è vissuta, e le posizioni fortemente razziste che ha assunto nel corso della sua produzione. Segnalo un’edizione del racconto particolarmente curata, con annessa analisi critica e storica, pubblicata da Galaad Edizioni nella traduzione di Luca Sartori e con un introduzione di Alessandra Calanchi, professore associato di Lingue e Letterature Angloamericane presso il Dipartimento degli Studi Internazionali dell’Università di Urbino, con un riguardo particolare verso la narrativa di genere.
“L’esile penna: Fabrizia Ramondino”, Silvia Scognamiglio - Mis(S)Conosciute
Ho scoperto la grandezza letteraria di Fabrizia Ramondino grazie al podcast del collettivo Mis(S)Conosciute - Scrittrici tra parentesi, ovvero Silvia Scognamiglio, Giulia Morelli e Maria Lucia Schito, tre autrici che fondano l’omonimo progetto nel 2019. L’obiettivo è quello di raccontare una parte della letteratura italiana e internazionale contemporanea dimenticata da manuali e opinione pubblica, parte che, guarda caso, comprende esclusivamente scrittrici. Il dilemma della scrittura femminile che non trova posto nella letteratura è un discorso di genere fondamentale che aiuta a recuperare la memoria e l’opera di pensatrici fondamentali per la storia del nostro paese. Fra queste il talento assoluto di Ramondino, scrittrice, giornalista e saggista napoletana dalla cultura cosmopolita. E proprio Ramondino è la protagonista della monografia pubblicata da Mis(S)Conosciute con LiberAria nel 2023, un lavoro accorato e approfondito fondamentale per comprendere il lavoro dell’intellettuale italiana. Un viaggio nella produzione letteraria, nella vita personale dell’autrice con le sue battaglie, ma anche nell’attivismo dedicato ai ragazzi di Napoli, alle lotte per il lavoro, il ‘68 e l’inevitabile rappresentazione della donna che in Ramondino acquisisce nuove sfumature e consapevolezze. “L’esile penna” è un saggio adatto sia a chi già conosce qualcosa di Ramondino, tornata in libreria di recente con due romanzi pubblicati da Fazi editore (“Guerra d’infanzia e di Spagna” e “Althénopis”, il debutto letterario avvenuto grazie a Elsa Morante), sia a chi vuole avvicinarsi per la prima volta alla sua figura.
“[…] Fabrizia, così riluttante alle etichette e alle classificazioni, pur senza aver mai pubblicamente manifestato un senso di appartenenza o di identificazione nei movimenti femministi, è sicuramente una donna che sfugge alle regole della società patriarcale, alla perenne ricerca di indipendenza e di affermazione di sé con gli strumenti che ha a disposizione: la scrittura, le parole e il pensiero.”
“Il fronte psichico”, Jessica Mariana Masucci
Non si parla abbastanza di salute mentale, anzi, non se ne parla per niente, per questo serve sensibilizzare, condividere, scrivere e, soprattutto, leggere del fronte psichico. “Il fronte psichico” è anche il nome del saggio scritto dalla giornalista Jessica Mariana Masucci per nottetempo, un’esplorazione della questione salute mentale in questo periodo storico in Italia: chi se ne occupa e come lo fa? Cosa succede sul fronte social network? Chi sono gli ultimi a soffrire di più? E soprattutto: come accoglie la società della produttività a tutti i costi che abitiamo il tentativo di trovare un equilibro che tenga conto anche del benessere mentale dell’individuo?
“Nonostante il senso di urgenza e di ritardo, siamo ancora in tempo per rispondere al diritto che ciascuno ha di migliorare la propria salute mentale, e siamo ancora in tempo per renderci conto del fatto che la nostra mente non è solo un affare privato ma è qualcosa di pubblico: non c’è salute mentale senza società, economia, politica.”
Bonus — Euclid
Da ragazzina sognavo lo spazio, Margherita Hack la mia icona, Piero Angela con il suo “Viaggio nel cosmo” la mia aspirazione massima, ma bisogna aggiungere anche che contemporaneamente sognavo di fare la stilista. Una personalità multipotenziale, diciamo. Col passare degli anni non ho imparato a cucire, ma mi sono laureata in fisica per onorare uno di quei sogni e tuttora, anche se non mi occupo più di scienza, sogno le costellazioni, le galassie e le stelle. La missione Euclid dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea, ha di recente pubblicato le prime immagini raccolte dal telescopio costruito proprio per esplorare i confini dello spazio conosciuto. Non credo esista qualcosa di più bello.
Il commento scientifico a queste prime immagini di Euclid è disponibile sul sito dell’ESA.
Puoi seguire gli aggiornamenti del progetto Euclid anche sul profilo Instagram ufficiale.
Alessia — Grazie per avermi letta fino a qui e grazie a Giulia, che mi ha ospitata con entusiasmo e calore.
Giulia — Come è già successo con qualche ospite precedente, anche con Alessia purtroppo non posso dire di avere avuto il piacere di condividere un momento nella realtà. Almeno per ora. Eppure il nostro incontro virtuale, molti anni fa, ha avuto numerosi effetti nella mia vita fuori dallo schermo. Quando ho cominciato a mettere le mie difficoltà e il mio dolore da qualche parte fuori di me, nelle parole per la precisione, Alessia ed io ci siamo incontrate e quelle parole sono diventate un ponte tra due esperienze simili, che avevano bisogno di essere viste e ascoltate. È stata una delle prime persone a mostrarmi la potenza terapeutica delle parole “anche io” e per questo gliene sarò sempre grata.
Buon qualsiasi momento della giornata ci stiate leggendo,
G.